Da amante delle linee del MarineMaster 300, l’uscita dei cosiddetti “Baby Marinemaster” (un soprannome non molto simpatico, ma universalmente noto) non mi aveva lasciato di certo indifferente. Però facevo fatica a giustificare l’acquisto di un orologio così vicino ad una delle pietre miliari della mia collezione, l’SBDX012, solo per una vestibilità più comoda e pratica. Questa mia convinzione è venuta meno alla presentazione delle referenze con complicazione GMT. Insomma, per farla breve, ho preso un nuovo orologio, che certamente non mi serviva ma che mi piace parecchio. Scopriamo insieme com’è il Seiko Prospex SPB385.
Sommario:
Recensione
Il corredo è simile a quello utilizzato anche per altre referenze di fascia media di Seiko, solo che per questa limited edition è totalmente bianca. All’interno troviamo il classico libretto per la garanzia, il manuale specifico per il calibro 6R54 che equipaggia questo orologio e un piccolo opuscolo che spiega come installare il cinturino NATO. Questo è un accessorio presente all’interno della confezione ed è una delle caratteristiche distintive di questa limited edition.
Quadrante
Al momento I baby MarineMaster GMT sono disponibili in 3 diverse configurazioni: SPB383J1 in nero, SPB381J1 in verde e poi appunto nell’allestimento Save the Ocean protagonista della recensione. Questo mi ha colpito proprio per la sua colorazione tenue sui toni dell’azzurro, che mancava nella mia collezione e che si discosta parecchio dall’immagine del classico MarineMaster 300m. La lavorazione superficiale è in linea con quella già utilizzata per altri diver del marchio in edizione Save the Ocean (SPB297J1, SPB299J1, SPB301J1 e SPB333J1). Questa aggiunge profondità al quadrante e gli dà una marcia in più. Chiaramente il rovescio della medaglia è che alla lunga possa stancare. Quindi è un’ottima scelta per variare un po’ se si hanno già altri diver da alternare al polso, mentre in caso contrario sarebbe meglio puntare sul nero o sul verde.
Sul quadrante, oltre alle classiche scritte e all’immancabile logo Prospex, compare una nuova dicitura relativa alla riserva di carica. Questa sembra essere una leva di marketing piuttosto forte per il marchio, tanto da essere stata inserita anche sui più recenti King Seiko da 39mm. La data è stata posizionata tra ore 4 e ore 5, una scelta che scatenerà gli anatemi da parte degli integralisti dei quadranti no-data, ma che personalmente non mi disturba per nulla ed è una soluzione che apprezzo di più rispetto a indici tronchi e o disassati a ore 3 visti su altri recenti diver di Seiko.
A proposito di indici, così come su tutti gli altri modelli del marchio pensati per le immersioni, anche qui sono in rilievo pur non essendo applicati. Il livello di finitura delle cornici lucide è buono e come design ricordano molto quelli del MarineMaster 300m.
Complicazione GMT
Unire in un unico orologio le caratteristiche di un diver con la complicazione GMT non porta sempre a risultati eccellenti. Spesso si deve scendere a compromessi, o sull’immediata leggibilità delle informazioni o sulla tipica funzionalità della ghiera dei tempi. Seiko ha saputo inserire l’indicazione del secondo fuso orario con grande maestria, lasciando ovviamente inalterata la ghiera girevole (altrimenti addio alla certificazione ISO!) e inserendo i riferimenti delle ore sul rehaut all’interno. Questo è diviso in due sezioni, diurna e notturna, da una lieve differenza cromatica. La sfera GMT è in colorazione blu elettrica e, nonostante Seiko continui ad optare per questo tipo di finitura verniciata anziché un più prestigioso trattamento termico, è comunque davvero gradevole da vedere.
Sfere e luminescenza al buio
Le sfere poi hanno un design in linea con quello adottato anche su altri diver di fascia media del marchio, in questo caso rifinite splendidamente con una metà spazzolata e una metà lucida. La leggibilità non può certamente essere ai livelli del classico quadrante nero, dove le lancette contrastano in modo perfetto, ma è comunque meglio rispetto ad altri modelli con quadrante più chiaro.
Quando si ha a che fare con un diver di Seiko si può essere tranquilli su una cosa, la visibilità al buio, e anche questo SPB385 non fa di certo eccezione. Le prestazioni sono davvero ottime, con una luminescenza intensa e duratura.
Vetro e ghiera
Il vetro è uno zaffiro piatto che mi è piaciuto davvero tanto, anche di più dei vetri montati sulla generazione attuale del MarineMaster 300m. Ok, la sua forma e il colore chiaro del quadrante aiutano, ma il trattamento sul lato interno fa il suo dovere ed è decisamente refrattario alla creazione di riflessi. E la leggibilità ad angolazioni estreme è davvero ottima.
La ghiera è in acciaio con un inserto in ceramica. Anche questo, per i miei gusti, è più bello rispetto a quello del MarineMaster 300m. La finitura lucida è di buon livello e la colorazione grigia scura si abbina davvero bene all’azzurro del quadrante. La superficie antiscivolo merita poi di essere osservata alla lente macro e rivela una lavorazione certosina di classe superiore. Il meccanismo è in linea con quello di tanti altri diver di fascia media di Seiko, anche se su questo esemplare è forse fin troppo morbida e rischia di essere ruotata inavvertitamente.
Cassa
Il design della cassa è una meraviglia. Se si mette da parte per qualche istante il soprannome “Baby MarineMaster” e si prende in considerazione il modo in cui Seiko ha deciso di chiamare questi modelli, diventa chiara l’origine dello stile di questi nuovi diver. 1968 Modern Diver’s Re-interpretation fa riferimento al 6159, che non è stato il primo diver del produttore giapponese con cassa monoblocco (primato che spetta al 6215-7000) ma è stato sicuramente il più famoso e diffuso. Infatti è proprio a quella referenza lanciata nel 1968 che si ispira il MarineMaster 300m. Da amante di quelle linee, è praticamente impossibile non apprezzare questa cassa. Seiko ha fatto un lavoro eccellente per cercare di rendere più contemporaneo quel design così caratteristico, concentrandosi soprattutto su ergonomia e comodità rispetto ai fratelli maggiori con cassa monoblocco. Persino in questo caso che abbiamo a che fare con un GMT lo spessore complessivo è davvero molto contenuto, e il confronto con l’SBDX012 parla chiaro.
Sul livello di finiture arriva la prima delusione: il mio esemplare risulta perfetto in 3 angoli, con parti lucide e parti satinate separate da confini netti. Purtroppo però una delle anse non è così. E da Seiko, in questa fascia di prezzo, questa è una cosa che non avevo ancora visto e che francamente non mi aspettavo. Sottolineo che le immagini che vedete nel video sono realizzate con una lente macro e ad occhio nudo non si vede nulla, ma in base alla mia esperienza non è comunque un fatto da reputare normale.
La cassa è poi rivestita anche da un trattamento superficiale antigraffio che promette di essere molto resistente.
La corona a ore 4 ha una satinatura circolare, anch’essa simile a quella presente su altri diver di fascia media. Naturalmente è a vite e la filettatura è molto precisa sia in apertura che in serraggio.
Il fondello è quello classico per i diver di Seiko, non ci sono novità sostanziali. Anche qui è ribadita l’impermeabilità fino a 200m, un valore valore standard per il marchio giapponese. È poi presente l’indicazione “Limited Edition” con il numero individuale dell’esemplare: questa referenza è prodotta in 4.000 pezzi totali.
Movimento
Come vi accennavo, all’interno dei Baby MarineMaster GMT c’è il calibro 9R54. Quando sono uscite le prime immagini di questi diver GMT e dei King Seiko con la scritta “3 days” sul quadrante avevo inizialmente pensato ad un qualche possibile aggiornamento tecnico significativo per rendere più affidabile la generazione del 6R35 (che reputo essere il peggior movimento meccanico prodotto da Seiko negli ultimi 20 anni). Con un misto di fiducia e curiosità, attratto dall’estetica accattivante di questo diver, ho deciso di acquistarlo quasi d’impulso. Tutti i 6R35 o 6R31 che mi sono passati tra le mani hanno dimostrato di avere una regolarità di marcia da scarsa a pessima, con enormi differenze a seconda dell’utilizzo, della posizione di riposo e dello stato di carica della molla.
(Ir)regolarità di marcia
Bene, questo “nuovo” 6R54 il primo giorno ha fatto registrare uno scarto di -48s, facendomi allarmare non poco. Probabilmente queste prestazioni erano dovute ad una carica insufficiente, così ho provveduto a dare almeno 30 giri di carica alla corona. Le cose sono migliorate e il movimento marcia entro il range dichiarato da Seiko (-15/+25), e ho rilevato una media di -11,8secondi/giorno in quasi 6 giorni di utilizzo continuativo. Pur essendo entro le specifiche della scheda tecnica, non posso fare a meno di pensare a quel che riesce a fare la concorrenza, non soltanto alle stesse fasce di prezzo ma pure a cifre sensibilmente inferiori.
In ogni caso, la frequenza è di 21.600a/h, la riserva di carica, tanto decantata, è di 72ore, è possibile la ricarica manuale ed è presente il fermo macchina. La funzione GMT è di tipo “caller”, cioè con la possibilità di regolare rapidamente la posizione del freccione e non della sfera delle ore.
Bracciale e cinturino
Il bracciale ha un design che si integra molto bene allo stile della cassa e, fortunatamente, ha anche dei terminali precisi che non lasciano spazi tra le anse. A livello qualitativo è in linea con i bracciali utilizzati sugli altri diver di fascia media di Seiko e ritroviamo infatti anche la clasp, aggiornata un paio di anni fa, con fermo di sicurezza più moderno e i classici 4 fori di microregolazione.
Nella scatola è poi presente anche un cinturino tipo NATO realizzato utilizzando plastica riciclata che è sorprendentemente morbido e piacevole al tatto, oltre che avere cuciture precise e curate.
Al polso
Che il lavoro dei designer di Seiko sia stato impeccabile nel reinterpretare in chiave moderna le linee del 6159, mantenendo proporzioni sorprendentemente adatte quasi ad ogni polso, lo si capisce subito indossando uno di questi Baby MarineMaster GMT. Il diametro è di 41,8mm, la distanza da ansa ad ansa è di 48,2mm, lo spessore è di 13,3mm e il peso con il bracciale regolato è di 177g.
Conclusioni
Il design e le scelte cromatiche fatte da Seiko sono l’enorme punto di forza di questo nuovo “Baby MarineMaster” GMT in edizione limitata Save the Ocean, che al polso è davvero fantastico. Il quadrante non è per tutti, un po’ per il colore e un po’ per la lavorazione, ma eventualmente esistono anche le altre due varianti. La piccola défaillance sulle finiture della cassa può passare in secondo piano e potrebbe essere legata solo ad un controllo qualità poco efficace sul mio esemplare. Il movimento, pur rientrando nel range dichiarato ufficialmente da Seiko, resta invece una grande delusione. Da un marchio che negli anni 60 partecipava alle competizioni di cronometria non è giusto accontentarsi, nel 2023, di prestazioni del genere in questa fascia di prezzo. Soprattutto quando la concorrenza, da parte di Gruppo Swatch con i vari movimenti della famiglia Powermatic e da parte di Sellita con alcuni suoi calibri certificati COSC, è decisamente agguerrita. Il prezzo di listino per questo Seiko Prospex SPB385 limited edition, prodotta in 4000 esemplari, è di 1.900€.
Scheda tecnica
Diametro | 41,8mm |
Lug to Lug | 48,2mm |
Spessore | 12,9mm |
Peso | 177g (con bracciale regolato) |
Movimento | Seiko 6R54, automatico, GMT |
Caratteristiche del movimento | frequenza 21.600a/h, 72h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 200m |
Bracciale | acciaio o NATO in tessuto, 20mm |
Prezzo | 1.900€ |
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